E’ di pochi giorni fa la notizia che la compagnia olandese Van Oord ha varato (anche) una nuova nave senza equipaggio, la “VO:X Barentsz”, quinta della serie USV-Unmanned autonomous survey vessel.
A dire la verità, date le modeste dimensioni (è quella al centro della foto!), si tratta più di un battello, che è stato battezzato a Rotterdam insieme alle due nuove unità a propulsione ibrida “Rijn” e “Rhone”, dedicate ai dragaggi effettuati col sistema di getti d’acqua ad alta pressione.
La “VO:X Barentsz” svolgerà invece un’attività complementare alle altre due navi e servirà cioè effettuare sondaggi ad alta precisione nei fondali prima delle operazioni di dragaggio vere e proprie.
Lo spunto però è utile per tornare sul tema delle navi autonome, o “unmanned vessels”, cui USCLAC-UNCDIM-SMACD-CASCODI dedicò un panel all’interno del meeting CESMA-Confederation of European Shipmasters’ Association tenuto a Genova esattamente due anni fa, a maggio 2022.
Come si conciliano innovazione tecnologica, sicurezza ed efficienza con i temi dell’occupazione? Le navi senza equipaggio sono già una realtà, come fu spiegato anche nel 2022, ma è evidente che il ruolo di comandanti, ufficiali ed equipaggio sarà sempre indispensabile nella maggior parte delle navi: anzichè sparire certe figure di bordo semplicemente modificheranno attività e competenze.
Voi cosa ne pensate?